Cose dire, anzitutto, in questa situazione di ” emergenza – virus” che ci costringe in casa?
Che non siamo obbligati a convivere con chi ci aggredisce e che il dover restare chiusi in casa non deve diventare, per noi, un pericolo come – e più – del virus.
La legge ci tutela sempre : non ci obbliga a convivere con chi ci maltratta nemmeno in questo periodo di emergenza . Chiediamo aiuto.
La bon’t worry interverrá sempre: così come le Forze dell’Ordine.
Potrebbe, anzi, essere proprio questo il momento che ci rivela tenuta e qualitá della nostra relazione.
Il dover restare chiusi in casa ci permetterá di riflettere e di osservare il comportamento di chi abbiamo accanto.
Come riconoscere i segnali di una relazione distruttiva? Non basta accorgersi che la persona che ami “ti avvelena” la vita, bisogna anche saper reagire e riconoscere che, il più delle volte, siamo state noi a permetterlo, compromettendo anche la serenitá della vita dei nostri figli. E reagire.
Purtroppo, l’amore tende a “vedere amore” anche dove non c’è.
Il primo atto d’amore facciamolo amandoci. Cioè, riconoscendo che non ci meritiamo chi non ci ama.
Esistono segnali ben precisi che dimostrano come – chi dice di amarci – in realtá ci stia condizionando negativamente e pesantemente la vita.
Il coronavirus che ci ha costretti in casa, ci costringa anche a riflettere sulla nostra situazione: su chi abbiamo ( e su chi vogliamo) accanto a noi !
Escluderò subito chi vi picchia perchè, in caso di violenza fisica, non c’è spazio per riflettere: dovete subito e solo chiamare in vostro aiuto le Forze dell’Ordine e denunciare la violenza.
Per il resto, in una situazione di lunga costrizione, senza che nessuno possa uscire di casa, un pò di nervosismo è normale: lo stare a casa (se obbligati a farlo) è necessario, “al tempo del virus”, ma non è ” bello” come alcuni vogliono farci credere… Però , se il nostro partner “se la prende sempre con noi “, ha sbalzi di umore, scoppi di ira ingiustificati e, se, anzichè darci solidarietá, aiuto e conforto, ci peggiora la situazione, allora chiediamoci se abbiamo veramente bisogno di lui nella nostra vita…
Se vi sentite controllate e giudicate in ogni vostra azione, se venite criticate anche quando svolgete le incombenze più banali, allora fate attenzione: sono campanelli d’allarme che avvertono come la vita con quella persona potrá portarvi solo altri problemi.
Se vi sentite soffocare, se scattano litigi per un nonnulla, se dovete rendere conto di ogni sciocchezza, allora il vostro partner non è solo “nervoso”: è la persona che sta minando ” il vostro”, sistema nervoso.
E la vostra vita.
E la vita, purtroppo, è giá abbastanza difficile senza appesanirvela anche con le persone negative
“I giorni del coronavirus ” devono servire a capire se avete accanto la persona giusta, o se è, invece, una persona che riceve le vostre attenzioni come se gli fossero dovute e senza mai un “grazie”:
senza ricambiarle; anzi, sminuendo ciò che fate.
Se il vostro compagno sta rendendovi ansiose ed insicure, allora, sta minando il vostro equilibrio, la vostra autostima, la vostra serenitá. Sta peggiorandovi le cose in un momento giá difficile.
Attenzione anche se è geloso e vi crea “il vuoto intorno”.
Attenzione se chi vi chiede sempre (e “a brutto muso”) con chi eravate al telefono e cosa vi siete detti!
Attenzione a chi critica le vostre amicizie.
Non permettete a nessuno di allontanarvi dagli amici: soprattutto nei momenti difficili, si ha bisogno di averli vicini, di sentirli, di socializzare con loro come si può . Di avere “una spalla!”
Se il vostro partner spia le vostre telefonate o controlla sul vostro cellulare le chiamare ed i “messaggini,” sappiate che questo non è un interessamento amoroso, ma una pericolosa dimostrazione di possessivitá
Questa epidemia ha di buono (ammesso e non concesso ci sia del buono in una tragedia mondiale) il fatto del portarvi a capire meglio la persona che avete intorno.
Potete contarci?
Più in generale, osservate “chi c’è” in questo momento: considerate “chi ” vi è vicino e “come” vi sta vicino.
Chi oggi si ricorda di voi e vi chiede come state ,vi vuole bene e continuerá ad essere nella vostra vita.
Chi non ha sentito il bisogno di farsi vivo con voi (malgrado questo terribile momento di pandemia) allora, forse può continuare a restare lontano da voi.
Potete continuare a mantenere “il metro” di distanza “anche dopo.
E anche più di un metro: senza rimpianti. Ovviamente, anche voi non dovrete far mancare la premura, ” la telefonata del come stai” la vicinanza affettiva alle persone cui tenete. E che tengono a voi.
A chi è solo e spaventato, a chi ha bisogno di un aiuto morale o economico! E’ il momento di “pesare i contatti “e di sapere quanto contiamo gli uni per gli altri .
Tornando a noi: che fare, se la vicinanza nella stessa casa diventa pericolosa? Chiedete subito un intervento esterno di aiuto.
Se siete a rischio, se non vi fidate di chi vive con voi, allora stabilite in anticipo (con persone di fiducia) una vostra frase che potrá metterli in allarme in modo che chiedano aiuto per voi
In Spagna, nelle farmacie, c’è una frase che, se pronunciata da una donna significa”: sto subendo maltrattamenti, aiuto!”
Cautelatevi: se pronuncerete, ad esempio la frase : “non so cosa cucinare oggi” chi la ascolta dovrá giá sapere che siete in pericolo e dovrá subito chiamare le Forze dell’Ordine.
O chiamatele voi per telefono, cercando, però, prima, un luogo sicuro per farlo ( e dal quale uscirete solo quando arriveranno i soccorsi).
Non vergognatevi mai, di chiedere aiuto!
Se la situazione dovesse farsi drammatica, possibilmente non chiudetevi in una stanza, ma uscite di casa suonando tutti i campanelli ed i citofoni dei vicini per allarmarli informando sul pericolo che state correndo.
Scappate!
Uscire di casa, chiedendo aiuto (e portando con voi le persone fragili e a rischio) SI DEVE E SI PUÒ sempre: anche in “emerergenza coronavirus”
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