Nella giornata contro la violenza sulle donne la bon’t worry partecipa alla tavola rotonda internazionale
Nel pomeriggio del 25 Novembre 2021, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la bon’t worry ha preso parte alla tavola rotonda organizzata insieme ad Azzurro Donna dal titolo “Dalla legge alla realtà. Le difficoltà reali e i mezzi per poter agire e reagire in Italia e nel mondo”. Sono intervenute al convegno l’On. Catia Polidori, coordinatrice nazionale di Azzurro Donna, Bo Guerreschi, Presidente di bon’t worry, e le ospiti internazionali Margaret Azar Abdelmalek, Parlamentare egiziana e Vicepresidente del Comitato per i Diritti Umani nel Consiglio d’Irlanda, e la Dott.ssa Lailuma Sadid, attivista afghana, reporter e giornalista presso Brussels Morning Newspaper.
Tante le riflessioni, analisi e considerazioni che sono state presentate nel corso dell’evento e tutte convergenti verso una consapevole e dolorosa presa d’atto di quanto il fenomeno della violenza contro le donne sia una questione da affrontare con strumenti di contrasto nuovi e/o potenziati e di come la trasversalità geografica del problema richieda interventi mirati, che tengano conto della realtà di riferimento e da questa partano per creare il cambiamento necessario.
L’Italia, l’Afghanistan e l’Egitto sono stati i paesi di riferimento per discutere di violenza di genere, di mezzi e limiti per il suo contrasto e di quali passi debbano essere compiuti per l’eliminazione della violenza e della tutela delle vittime.
La Presidente della bon’t worry, Bo Guerreschi, ha sollevato numerose questioni relative alla limitatezza della legislazione vigente in Italia in tema di violenza sulle donne, facendo luce su come questa manchi di “concretezza” nel disciplinare l’ipotesi in cui la vittima decida di denunciare. Le tempistiche previste così come gli elementi di prova richiesti non tengono conto delle implicazioni dell’esperienza di violenza con il risultato che le vittime sono costrette ad adeguarsi a ritmi non necessariamente compatibili con quelli dell’elaborazione dei traumi subiti. La possibile temporanea rimozione di ricordi, che funge da protezione stessa di chi ha subito violenza, diventa un elemento a sfavore di chi denuncia (che spesso non viene creduta per mancata attendibilità) e diventa motivo di decisioni cui troppe volte fanno seguito epiloghi fatali.
E ancora, quando si parla di violenza psicologica, il sistema della giustizia impone la sussistenza di prove “tangibili” a dimostrazione che questa sia avvenuta, senza considerare la complessità di quanto vive chi ne è vittima. Il risultato è spesso quello di una mancata tutela in queste circostanze.
Bo Guerreschi insiste poi sulla necessità di un reale supporto a chi riesce a denunciare: le misure preventive, come il divieto di avvicinamento, si rivelano spesso inefficaci rispetto a uomini che hanno l’intenzione di uccidere e che dunque non sono concretamente limitati da questo tipo di restrizione. Serve, dunque, una protezione vera e propria come quella che le case protette possono assicurare. E a proposito dei fondi destinati ai centri anti-violenza, la Presidente suggerisce un maggiore controllo da parte dello Stato sull’effettivo impiego di tali risorse e invita a considerare il ruolo, a volte poco valorizzato, delle associazioni che si occupano di lotta alla violenza di genere e di come queste siano assai meritevoli di ricevere supporto finanziario per svolgere il proprio lavoro.
A riconoscere il bisogno di un potenziamento degli strumenti di tutela delle vittime di violenza e di una migliore comunicazione di quelli disponibili è l’On. Polidori, in prima linea in Parlamento per l’approvazione della mozione sulla prevenzione e contrasto della violenza sulle donne e per l’inserimento di garanzie economiche a tutela delle donne nella legge di bilancio.
Nel suo intervento alla Camera dei Deputati, trasmesso in diretta durante la conferenza, l’On. Polidori ha ricordato le 109 donne uccise per mano di uomini nel solo 2021, e ha sottolineato come questi dati indichino con chiarezza che qualcosa nei mezzi di tutela non funziona e di come la mozione firmata da tutti i partiti, di maggioranza e di opposizione, si ponga proprio l’obiettivo di spingere il governo ad intervenire in merito.
Polidori poi rende omaggio a tutte coloro che nella storia hanno lottato per la conquista di molti diritti di cui oggi le donne italiane godono, ma che non sono scontati per le donne afghane. L’onorevole, infatti, ha voluto ricordare l’attuale condizione cui sono costrette a vivere le donne in Afghanistan, nella totale negazione del loro diritto ad esistere con libertà e dignità.
A questo proposito, nel suo intervento la Dott.ssa Lailuma Sadid ha reso la testimonianza diretta di un paese in cui il regime terroristico e dittatoriale dei Talebani ha completamente annientato la vita delle donne, privandole di qualunque cosa: dal diritto di uscire di casa a quello di studiare, lavorare, svolgere attività a quello di vivere libere dalla violenza. Abusi, torture e uccisioni sono purtroppo una realtà quotidiana per le donne afghane.
Dall’Egitto invece arrivano messaggi di speranza. La parlamentare Abdelmalek ha recentemente reso possibile l’approvazione di una legge a tutela di donne e minori vittime di violenza e sta lavorando affinché la parità di genere diventi un obiettivo riconosciuto come essenziale. In un paese dove la violenza e la discriminazione di genere è strutturale e normalizzata, l’intervento e la lotta portata avanti dall’ On. Abdelmalek diventa un faro nella notte a cui guardare con speranza.