Stavolta parliamo di una realtá meno frequente di quelle che normalmente vengono trattate in questo nostro blog di incontri.
E’ meno frequente anche nella vita della “bon’t worry “, ma è, comunque, una realtá molto concreta. Anzi, è un fenomeno che risulta in crescita. Stavolta l’argomento non è “l’uomo violento verso la donna”, stavolta noi parleremo di donne che aggrediscono il compagno (o l’ex compagno, o il presunto tale). Insomma, di “donne contro gli uomini!” Sì trattà di una realtà semisommersa.
Se, infatti, è giá difficile che una donna denunci l’uomo che la brutalizza, quando è l’uomo ad essere sopraffatto e perseguitato da una donna, spesso si vergogna e non la denuncia quasi che il denunciarla corrisponda ad un segno di debolezza, di incapacitá, di poca determinazione, “Ma come? Ti fai sopraffare? Non sei capace di tenere a bada una donna?”
In realtá, come ci insegna il mondo animale, tenere a freno una leonessa è molto più difficile che fronteggiare un leone.
In particolare donne (depresse o non del tutto equilibrate) che sono state stata abbandonate, affiorano talvolta sentimenti distruttivi di rivalsa, di rabbia verso l’uomo: spesso, l’ ex partner.
Atteggiamenti vendicativi e persecutori che non vanno sottovalutati esattamente come non si deve sottovalutare la violenza maschile verso la donna. Nessuna forma di violenza va considerata con leggerezza. Mai.
Queste “persecuzioni al femminile” sono in crescita e si distinguono dalla violenza maschile verso la donna perchè, almeno inizialmente, non sono caratterizzate da una violenza fisica subitanea o da minacce (come, invece, i persecutori maschi nei confronti delle compagne) si delineano,invece, in un crescendo pietistico che, inizialmente, può non allarmare il destinatario di queste “attenzioni”: la donna tende semplicemente a far sentire in colpa l’uomo che l’ha lasciata.
Nella maggior parte dei casi, infatti, le donne che perseguitano un uomo sono state abbandonate da lui ,o, comunque, lo “stalkeraggio” avviene dopo una lite, o una rottura sentimentale o di una amicizia.
Se esistono eventuali figli in comune, spesso la donna cerca di spezzare i rapporti dei bambini con il padre : di vendicarsi del partner calunniandolo. Anche in questo caso, si tratta di una violenza “al femminile”, vendetta psicologica non meno pesante di una aggressione fisica. In un legame sentimentale interrotto dall’uomo, non nascondiamoci l’eventualità di una donna che non si arrenda e che cerchi ad ogni costo di mantenere il contatto (se non il rapporto) con lui, minacciando suicidi o facendosi viva con messaggi o telefonate.
Alcune alcune donne ( le più destabilizzate) arrivano ad inventare stupri, ad insultare e diffamare sui social l’uomo con il quale avevano una relazione, o pensavano di poterla avere. Esistono donne affette da disturbi di personalitá assolutamente convinte di avere un legame con chi, invece, non ha mai avuto la minima intenzione di corrisponderle, pur essendo casi eccezionali paragonato al numero di violenze verso le donne.
In alcuni casi si passa alle aggressioni dirette, ai pedinamenti alle minacce (anche alla nuova partner dell’uomo) .
Una donna, non meno dell’uomo – sebbene più raramente – può aggredire con estrema violenza: per gelosia, per rabbia e desiderare di distruggere un uomo. A volte, persino fisicamente con l’acido, per sottrargli “il bell’aspetto”, quell’identità personale che è le stata negata negandole una relazione sentimentale.
Queste svolte drammatiche sono evitabili e gestibili soltanto rivolgendosi immediatamente alle Forze dell’Ordine.
Il “fai da te” è pericoloso e non serve! Una donna equilibrata è una che ” volta pagina” e che non si “abbasserá” mai a perseguitare un uomo che non la vuole! Se e’ presente l’incapacitá di accettare la fine di una storia, scatta la voglia di annientare.
In questo caso, come in tutt i casi di violenza (maschile o femminile) l’ obbligo è uno solo: quello di denunciare alle prime avvisaglie senza attendere eventuali sviluppi! La donna (come, del resto, l’uomo ) che si ribella al disinteresse di un’ altra persona nei propri confronti, è un soggetto pericoloso che non va mai sottovalutato.
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