La bon’t worry INGO denuncia il fenomeno delle spose bambine e assiste Humaira in tribunale
11/11/2021- Il settimanale Grazia ha pubblicato un articolo dedicato al tema delle spose bambine in Italia. Tra i racconti, quello di Humaira, bambina indiana la cui vicenda è stata denunciata dall’associazione bon’t worry INGO.
La piccola, di soli 7 anni, viveva a Monza quando nel 2018 è stata letteralmente venduta come sposa dal proprio padre allo zio quarantenne. Da quel momento la vita di Humaira si è trasformata in un incubo in cui abusi e violenze si sono consumati sulla sua pelle e sulla sua psiche, costringendola a subire un trauma certamente indelebile. Come raramente accade, la bambina in seguito è riuscita a scappare e a raggiungere la mamma, la quale ha provveduto a portarla in salvo a Londra.
La storia di Humaira, grazie alla segnalazione della polizia metropolitana di Londra, è stata portata all’attenzione pubblica dalla denuncia della bon’t worry INGO, che si occupa di lotta alla violenza di genere e alla violenza sui minori. Ne è seguito un processo ancora in corso nel quale l’associazione si batte, in qualità di parte civile, per ottenere giustizia.
La Presidente Bo Guerreschi fa luce su una realtà silenziosa, ma fortemente presente: tante minorenni di origine straniera, prive di cittadinanza, spariscono improvvisamente per essere date in sposa, spesso a uomini molto più grandi di loro. Uno dei primi segnali che dovrebbe porre in allarme è l’assenza da scuola. Le bambine vengono sottratte dal luogo che per eccellenza consentirebbe loro di integrarsi e conseguentemente, seppur in maniera indiretta, di sfuggire ai matrimoni forzati. Invece, ciò che le aspetta è un quotidiano fatto di isolamento in casa e di abusi, senza possibilità alcuna di denunciare.
Bo Guerreschi denuncia, inoltre, la mancanza di attenzione verso il fenomeno a fronte della scomparsa delle giovani ragazze dai luoghi scolastici. Quando sono i genitori stessi a toglierle dalla scuola, infatti, non si cerca di approfondire cosa possa celarsi dietro a tale scelta. In più, la mancanza di dati rende il quadro ancor più nebuloso e poco definito. Per questo la Presidente di bon’t worry suggerisce di fare un tracciamento che si basi sul censimento e che rivelerebbe l’estensione e la portata del fenomeno delle spose bambine.
E dunque, in un contesto in cui i numerosissimi casi di bimbe date in moglie restano sconosciuti per la maggior parte, la legge vigente (legge Codice Rosso sulla violenza domestica) rimane essenzialmente inapplicata. Da luglio 2019 a fine maggio 2021 solo 24 i reati di costrizione o induzione al matrimonio verificatisi.
Articolo di Cristina Giudici.