Questa è una bellissima storia d’amore. O, almeno, così sembrava all’inizio. Perché qui parliamo di una donna che decide di aiutare un uomo in difficoltà. Parliamo di un uomo finito in carcere e poi spedito ai domiciliari per scontare la pena. Parliamo di un caso come tanti, dove però questa volta succede qualcosa di diverso. L’uomo non rimane isolato, non viene abbandonato al suo destino. I vicini fanno gruppo, in fondo lo conoscono dalla nascita e decidono di aiutarlo, di supportarlo e di non lasciarlo solo. Persino quando, dopo qualche settimana, è costretto a tornare in carcere per ben due anni. Ma gli amici non si scoraggiano, tengono duro e continuano a farlo sentire parte di una famiglia.
In particolare, Maria (nome di fantasia) va ogni settimana a trovarlo per fare due chiacchiere, portare un dolce e per non farlo sentire abbandonato. Proprio lei che fin da piccola era stata sua compagna di pianerottolo.
Le settimane passano e quel ragazzino adesso cresciuto (e finito nei guai) inizia a entrare nel cuore di Maria. E quando finalmente esce dal carcere, i due iniziano a frequentarsi. A lei quell’uomo piace e quella sembrava una bella novità nella sua vita. E poi con il tempo chissà, forse poteva nascere qualcosa di serio e duraturo.
Invece… solo dopo pochi appuntamenti, l’uomo si trasforma: chiamate a ripetizione, scenate di gelosia, minacce pesantissime. E Maria, indagando un po’ più a fondo, scopre le prime bugie. Non era stato in carcere perché vittima di un errore giudiziario, ma per stalking nei confronti della ex moglie.
Per Maria iniziano mesi di inferno. Per fortuna ancora non si arriva alla violenza fisica, ma l’incubo rimane perché non riesce a liberarsi del suo aguzzino. D’altra parte lui vive ancora nello stesso pianerottolo…
Maria finalmente decide di chiedere aiuto. Conosce Bo, presidente di bon’t worry e si fida di lei. Bo attiva subito una “rete di protezione”, formata dalle forze dell’ordine che controllano di continuo la situazione e da avvocati che vogliono arrivare fino in fondo.
A questo punto sembrerebbe l’ora del lieto fine. E invece, l’uomo, il vicino, continua a torturarla: la insulta da finestra a finestra, salta sul suo balcone minacciandola, le manda video mentre assume droghe.
Gli avvocati finalmente ottengono una condanna. Che il giudice trasforma in arresti domiciliari. Sì, esatto: arresti domiciliari (per stalking) da scontare a un metro di distanza.
Poteva essere un lieto fine. E invece… la morale di questa storia la lasciamo a voi.